Retroview #1 - la "Renovation Collection 1" di Evercade ci riporta alla mente un concetto tanto importante quanto dimenticato...

E così, finalmente è uscita fuori la tanto attesa "Renovation Collection 1" per le console Evercade di Blaze Entertainment! Dopo mesi di spasmodica attesa, questa è da ormai diverse settimane giunta in casa mia e, dopo svariate prove su prove, una opinione me lo sono fatta.

E credetemi, è ben più profonda di quanto io stesso mi sarei mai potuto immaginare...

(rimando le mie impressioni, decisamente positive, sui sistemi Evercade a un post successivo)

Sorgente: sito ufficiale Evercade.

Da dove cominciamo?

Bene, dai prezzi dei suddetti giochi qui presenti, un fattore che è da sempre freccia portante nell'arco della console della casa britannica: 19€ per ben 12 titoli (tutti nelle loro rispettive versioni Mega Drive/Genesis) è un piacere da pagare, soprattutto considerando i prezzi esorbitanti di alcuni dei titoli presenti, e con ciò mi ferisco nello specifico a El Viento, Gaiares, Valis e Valis III. Il resto invece, viaggia su binari di prezzo oggi comuni (dai 35 ai 60€ per una copia d'epoca), ma temo che questa Collection aumenterà il fattore "culto" su di essi, facedo lievitare di conseguenza i prezzi delle copie d'epoca...vorrei sbagliarmi, ma con le due Namco Museum Collection la conseguenza è stata questa, poi sta a noi capire che il mondo della speculazione retroludica è un mondo di cogl...iere, MODO di cogliere la palla al balzo prima che le cose degenerino del tutto, già.

Come continuiamo?

Bene...qui comincia il bello.

Partiamo dalla conclusione: "Renovation Collection 1" è, e se questo non ciò piove, un prodotto decisamente ben confezionato, realmente "bello" e dal valore storico decisamente importante, non minore di molte altre Collection pubblicate sulle console Blaze Entertainment (parlo al plurale in quanto esiste, come immagino già sappiate, una versione portatile e una fissa).

Parliamo di 12 titoli le cui doti infatti, sono rimaste negli anni soffocate da un alone di culto, alone che finalmente (ovviamente ignorando anni e anni di emulazione selvaggia, spesso fonte da cui tale culto si è appunto generato) è possibile svelare del tutto in una veste ufficiale e alla portata di tutti a livello economico: spesso tale alone si genera perché i prodotti più di nicchia, spesso non meno validi di quelli di grido, restano vittime della pressa mediatica di questi ultimi, mentre altre volte...beh, semplicemente vi è un motivo ben preciso. Ed è proprio di quel motivo che vorrei parlare. 

(i voti ovviamente, vanno da uno su dieci, con gli scontatissimi 👾 a rappresentare il voto effettivo, mentre ciò che manca è rappresentato da un banale asterisco)

 

- BEAST WRESTLER -

Infatti, evitando del tutto un autentico scempio del calibro di "Shit Wrestl...ehm, volevo dire "Beast Wrestler"...no dai, credo che ormai lo staff di Blaze (e numerosi post del Team sul gruppo Facebook me ne danno probabile conferma) adori bonariamente trollare i propri affezionatissimi con l'inserimento di almeno una "Pixelated Sh*tfest" (come si userebbe dire in termini slang anglofoni) all'interno della maggior parte delle Collection prodotte, e Beast Wrestler non fa eccezione fra controlli che non controllano, colonna sonora da sbadiglio ed effetti sia grafici che sonori decisamente yhxvscghvcvzvcjvj (non sapevo che scrivere scusate, quindi ho premuto tasti a caso). Assieme a "Power Punch 2" (ugh, questa per me fu dura da digerire, considerando la storia tutta "Nintendiana" che tale titolo nefasto si porta appresso...cercate su Google per capire a cosa io mi stia riferendo), presente su Piko Collection 1, il titolo Renovation rappresenta uno dei punti più bassi della softeca Evercade.

Credo che ai piani alti di Blaze decidano di inserire tali "perle di sterco su pixel" soprattutto per ricordarci come NON si realizza un videogioco e in fondo, la storia di ogni cosa è fatta di alti e bassi.

Ovviamente la nostra buona Evercade ce lo ricorda senza farsi troppi problemi!

Lasciate ogni speranza voi che imbracciate il joypad...

Giudizio finale su "Beast Wrestler"

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- TRAYSIA & ARCUS ODISSEY -

Bene, non perdendoci in ulteriori chiacchiere e...oh no, temo dovrò citare anche Traysia, RPG decisamente sottotono e poco performante ma che, alla fine, non è affatto così tragico come molti preventivarono in anteprima: diciamo che a mio parere si lascia giocare e neanche troppo noiosamente,  ma che a conti fatti rappresenta semplicemente un prodotto non più che sufficiente, con buone musiche (nel senso che ho sentito di molto peggio su Mega Drive) ma spesso anche un pelo criptico, o meglio lo risulta almeno per me, non essendo mai stato un fan dei GDR più classici e riuscendo a tollerare appieno solo gli Action RPG.

E, a proposito di Action RPG, eccoci a parlare di Arcus Odissey, apprezzabile Action RPG a visuale isometrica i cui controlli però non sono isometrici per nulla, rendendo difficile anche il benché minimo spostamento all'interno delle sue mappe. E qui iniziamo a prendere le prime batoste, con questa collection firmata Renovation che ci ricorda, appunto, un concetto importante e che forse in molti avevamo dimenticato: non tutto ciò che è raro e di culto è a conti fatti degno della sua nomina e anzi, spesos e volentieri, viene relegato a quel ruolo proprio perché a conti fatti qualcosa non andava e, di conseguenza, continua a non andare oggi.

Ogni titolo qui presente, infatti, sebbene altamente godibile, contiene al suo interno una delle caratteristiche tipiche dei titoli Renovation, vale a dire quel classico elemento di "game-breaking" in grado di romperti le pa**e al punto che, spesso e volentieri, rovina tutto il resto che vi è di buono. E di buono, sottolinerei purtroppo, ve ne è molto. E il purtroppo, ovviamente, è posto in difesa di cotanta bontà.

Perché, se "Arcus Odissey" ha dalla sua uno stile interessante ma rovinato dai controlli che non rispettano affatto l'isometria su cui ci presenta le sue avventure, rendendo come già accennato gli spostamenti veramente complicati, "Beast Wrestler" risulta un quasi totale disastro...qualcosa di buono c'è, ma viene rovinato da controlli come già detto assolutamente non reattivi e da un senso generale di approssimazione e mediocrità. 

Giudizio finale su "Traysia"

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Giudizio finale su "Arcus Odissey"

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 - DINO LAND -

"Dino Land" è un non disprezzabile gioco di flipper, genere sia "fisico" che videoludico molto apprezzato dal sottoscritto, qui con una fisica "videogiochicizzata" a puntino in grado di renderlo molto divertente das giocare, ma che ha il "difetto" di vantare una dei sottofondi sonori "in-game" più fuori luogo che mi sia mai capitato di ascoltare sin da quando ho preso un Joypad in mano...siamo seri, ma che è questa roba?!

Andate al minuto 3:53 del suddetto video per scoprire il tema sonoro principale e ditemi se non sia più adatto a tutt'altro rispetto a un flipper basato su dei pucciosi dinosauri cartoon! Tolto questo straniante dettaglio, ma abbastanza fastidioso ma creare appunto fastidio in alcuni fra cui il sottoscritto, il tavolo qui presente sembra ricalcare appieno ma in maniera "povera" lo stile e le meccaniche di gioco del ben più riuscito "Devil Crush MD" (versione Mega Drive del secondo capitolo della trilogia di flipper Crush di Naxan Soft pubblicato in Nord America come "Dragon's Revenge" e qui in Europa sia come "Dragon's Revenge" che come "Dragon's Fury", regalandoci così lo stesso gioco con due nomi diversi...misteri delle conversioni), in assoluto uno dei dieci più bei titoli mai sviluppati per la console più "Sega Does What Nintendon't" di tutti i tempi!

Ciò nonostante, il titolo resta molto divertente e godibile. Peccato per quella musica: diversamente, avrei dato un otto senza problemi.

Giudizio finale su "Dino Land"

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 - EL VIENTO -

Anni '20 sì, ma con tocco nipponico!

"El Viento" è uno dei titoli più misteriosi della storia, nel senso che devo ancora capire cos'abbia di così speciale che lo porti a costare così tanto nella sua versione originale per Mega Drive: è un clone di Strider in salsa Anime, ambientato in una versione distopica (di certo, nei veri anni '20 del secolo scorso una signorina non potrebbe mai esser libera di scorazzare in lungo e in largo adottando abiti così succinti) negli anni '20 del '900, con controlli così-così e tutto un po' così-così a dire il vero...

Questo titolo è un mix di pochi alti e moltissimi bassi: sebbene sia facile rendersi conto che si gioca decisamente meglio del ben più popolare Strider grazie ad una maggiore fluidità, il tutto è mandato al macero da ogni errore possibile di game design: sistema di rilevamento dei colpi zoppicante, musiche ed effetti sonori mediocri, grafica sottotono, level design senza senso, difficoltà eccessiva, meccaniche dei boss di fine livello totalmente casuali, frustranti e senz'alcuna logica. Vi sono alcuni rari momenti in cui è (quasi) possibile cercare di sviluppare una meccanica di gioco e trarne un sincero, per quanto breve, senso di divertimento che verrà poi annichilito del tutto una volta giunti all'ennesima sezione di gioco mal progettata...e credetemi, vi capiterà più spesso di quanto possiate immaginare. Facile capire dunque, come l'apprezzamento per questo titolo sia un qualcosa di veramente, parafrasando il titolo, tirato al vento!

Forse e dico forse, abusando in maniera vergognosa (si fa per dire, in caso di tali scempi non vi è vergogna alcuna nel farlo) dei Save State, da qualche parte risiede una qualche remota possibilità di apprezzarlo, ma onestamente la vedo davvero dura. "El Viento" rappresenta appieno il concetto che tale Collection porta con sé, e che esplicherò appieno nel finale: per cui, agganciandomi al discorso delle copie d'epoca, non mi sembra affatto degno del prezzo originale che certi stro...zzini osano farti pagare. Per nulla. E onestamente, nemmeno di una Repro fatta ad arte. Non fatevi ingannare dai bellissimi disegni in stile Anime, perché qui oltre a questo aspetto, sotto non vi è molta sostanza.

Giudizio finale per "El Viento"

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- EXILE -

"Exile" è invece un RPG interessante e di ampio culto, qui presente ovviamente sempre in versione Mega Drive (esiste anche una versione su PC Engine) e in grado di esibire una meccanica ibrida fra gioco d'azione e RPG d'avventura, avvicinandolo a una versione fatta a suo modo di titoli quali "The Legend of Zelda 2: Link's Awakening", "Gargoyle's Quest" e materiale affine. Le sezioni d'azione ricordano in tutto e per tutto il pregevole "Dragon View", titolo tra l'altro disponibile anche nella Piko Collection 1 di Evercade: sarà un caso? Il titolo Renovation è però decisamente più inconsistente e le fasi di azione che tanto lo caratterizzano risultano poco fluide e del tutto frustranti, un vero male se consideriamo poi che gli attacchi dei nemici risultano sempre rapidi (troppo) e di ben poco preavviso (spesso da entrambi i lati, per cui totalmente sleale). Le sezioni puramente RPG poi, prevedono azioni di gioco talmente criptiche da risultare totalmente senza senso. Forse qualcuno riuscirà anche a tollerare i suoi numerosi difetti, ma io onestamente non ci sono riuscito.

Di certo non il migliore Action RPG sulla piazza. E per una volta tanto nemmeno la colonna sonora eccelle.

Giudizio finale su "Exile"

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- FINAL ZONE -

"Final Zone" è sulla carta interessante: un action game su Mech a metà fra Gauntlet e molto altro, ma rovinato da un frame rate nei movimenti dei personaggi altamente inconsistente a dispetto della fluidità di movimento dell'area di gioco, un dislivello eccessivo al punto che fa risultare il tutto come un qualcosa di difficile giocabilità. Le arene di gioco inoltre, sebbene non enormi, sono rese dispersive e d'altro canto il livello di difficoltà piuttosto elevato non aiuta nel complesso. Per quanto mi riguarda, un titolo mediocre che però verrà poi seguito da un fantastico sequel su PC Engine CD. In conlusione, la versione povera del ben più riuscito "Granada", titolo decisamente di un altro livello presente anch'esso su questa Collection e analizzato qualche riga più avanti. Peccato per lo stile grafico, da sempre fiore all'occhiello dei titoli firmati Renovation.

Giudizio finale su "Final Zone"

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 - GAIARES -

Proseguendo, cosa si potrebbe dire di male in merito a Gaiares? Rappresenta, a conti fatti, il picco d'interesse per cui questa compilation risulterà acquistata da molti, contribuendo essa stessa alla vendita di moltissime console Evercade, soprattutto in versione fissa/VS. Gaiares ha dalla sua un frame rate fluido e una fantastica colonna sonora, un sistema di power up poi ripreso anni dopo da Taito nel suo G-Darius e una frenesia di fondo ad altissimi regimi. Ed è proprio quest'ultima il problema SERIO di Gaiares: l'azione risulta davvero sin troppo frenetica e il tutto, non scherzo affatto, risulta persino dannoso per la nostra vista, al punto da risultare fonte di crisi epilettiche per i più sensibili!

Per cui, prestate ATTENZIONE! Se soffrite di epilessia, è CALDAMENTE SCONSIGLIATO giocarci.

Io stesso, pur non soffrendone, spesso al termine di ogni partita mi son sentito come stordito: gli sfondi spesso schizzano a velocità assassine e, contornati da effetti di luce dall'intermittenza estenuante, direi che risulta estremamente facile non riuscire a notare un proiettile mortale per la nostra navicella e ritrovarsi pure storditi dal tutto...quindi occhio.

Da giocare con molta moderazione, approfittando dei Save State. Non so se tali effetti siano enfatizzati dall'HDMI e dagli schermi piatti, combo che rende le cose un pelino più "stron*e" rispetto ad una connessione RF, AV o RGB che sia su monitor CRT, ma è comunque un avvertimento che sento caldamente di darvi. Ah, un ultimo dettaglio a riguardo della pronuncia: si legge "Guy Are Us", esattamente come se fosse una parola inglese. Il tutto senza dimenticare le numerose pubblicità regalate ai posteri dal misconosciuto Jamie Bunker, "Professional Gamer" del periodo che ci ha regalato un sorriso invidiabile, almeno quanto il suo taglio di capelli da "Mullet" d'epoca.

Fidatevi di un giocatore professionista! Lui non potrebbe mai soffrire di epliessia!

...capito?

La "Limited Edition" mai pubblicata dicon...ah, no?!

...ma poi, quella T-Shirt, la vinse mai nessuno all'epoca?

Gli anni passano, il Mullet...pure!

Giudizio finale su "Gaiares"

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 - GRANADA -

"Granada" è la versione meglio riuscita del precedentemente citato "Final Zone".

Una vera gemma nascosta e che, a mio avviso, rappresenta qualcosa forse realmente oscurato dai nomi più noti del periodo: trattasi di una versione di Gauntlet su carri armati molto divertente, frenetica, impegnativa e con una splendida colonna sonora in grado di dare prova di ciò che il synth FM on-board della macchina Sega fosse capace. Esiste anche una versione Sharp X68000 ma, a quanto sembra, la versione Mega Drive sembra proporre performance sia grafiche che di giocabilità ampiamente superiori. L'unico difetto di "game-breaking" è quello tipico di molti sparatutto a lui affini: esattamente come succede in "Operation Logic Bomb" di Jaleco (presente nella Jaleco Collection 1), anche in "Granada" vi è un tasto per permettere di bloccare la direzione di sparo e quindi annichilire il nemico spostandosi comodamente sparando al contempo in una sola direzione: il problema è però qui dato dalla rotazione del nostro carro armato, non sempre al 100% precisa. Insomma, se proprio come nel titolo Jaleco è necessario spostarsi preventivamente nella direzione a noi utile per permetterci di "bloccare" il direzionamento dei proiettili e poter così uscire allo scoperto per proseguire nel massacro pixelloso, in quello Renovation fare tutto questo è a tratti un'operazione decisamente più ardua. Certo, non eccessivamente, ma in alcuni frangenti particolarmente incasinati potrebbe risultare molto frustrante. Nonostante tutto, si tratta di una perla che, stando alla mia peronale scala di voto decimale, meritera senz'alcuna esitazione un solido otto su dieci.

Unico appunto: è veramente T-O-S-T-O, ma per fortuna i Save State aiutano.

Fantastico!


 

Giudizio finale per "Granada"

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 - SOL-DEACE-

"Sol-Deace", noto anche come "Sol-Feace" su Sega/Mega CD per ragioni a noi ignote (è praticamente lo stesso gioco), è forse lo sparatutto più FRUSTRANTE con cui abbia mai avuto a che fare: l'assenza di power-up fatta eccezione per quello iniziale, il quale viene posto nell'area più scomoda dello schermo una volta che si è persa una delle vite a disposizione, unita alla natura moderamente casualizzata del gioco che evita spesso e volentieri schermi preimpostanti ma generando ben più che volentieri svariate e imprevedibili "Dead Zone" casuali (dicasi tale un'area in cui si è inevitabilmente destinati a morte certa), poi si scontra con...non so, proverò a descriverlo.

In ogni buon sparatutto, ogni volta che si perde una vita, vi è un certo intervallo di tempo in cui si è momentaneamente invincibili che ci permette di rimetterci in gioco senza problemi, giusto? Bene, quel vantaggio qui è del tutto assente, il che significa che una volta morti, anche le navicelle successive, rigeneratesi nello stesso punto, saranno destinate ad un'imminente fine in combo che porterà inesorabilmente al Game Over. La colonna sonora è spettacolare come da tradizione degli Shoot'em-Up del brand oggetto della Collection, ma questa da sola non basta a salvare un titolo dimenticabilissimo a causa delle insane quantità di frustrazione che genera...assolutamente non brutto, semmai reso brutto (che è forse anche peggio). Parzialmente bocciato, ma questa volta con enorme rammarico.

Giudizio finale su "Sol-Deace"

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- VALIS & VALIS III - 

La lista dei titoli si conclude con la presenza di Valis e Valis III, titoli ricercatissimi dai collezionisti, pregni di stile Anime fino a far salire il livello di "Japaness" su schermo a livelli da esplosione atomica!

Cioè, basta osservare lo stile della protagonista Yuuko Asou per rendersene conto.

Qui la parola d'ordine è "giapponesità".


Il primo "Valis" (il cui titolo complete sarebbe "Valis: The Phantasm Soldier") è un titolo descritto nelle maniere più atroci, ma che a conti fatti si lascia giocare, nonostante un certa "crudezza" nella fluidità generale che potrà crearci più di qualche problema sprattutto negli scontri con i canonici Boss di fine livello. Il problema più grosso semmai sono i dialoghi, decisamente L - E - N - T - I e che metteranno S - E - R - I - A - M - E - N - T - E alla prova la pazienza necessaria per cercare di comprendere la storia (interessante, anche questa volta "purtroppo", altrimenti la si skippava senza prolemi) che vi è dietro. Un titolo discreto e comunque di ampio valore storico, contenente una colonna sonora FE-NO-ME-NA-LE (musiche ottime e timbri sonori sempre azzeccati) e uno stile grafico da urlo, fattori talmente di alto livello da risultare persino superiori rispetto al reale valore del gioco, una volta che questo viene messo in azione. Il risultato finale rimane comunque buono: resto però fisso su un sei su dieci a causa dei proverbiali difetti di turno. Il giudizio apparentemente basso non deve però far dubitare circa la indiscussa qualità del titolo.

Storia diversa per "Valis III", dove viene affinato lo stile grezzo (e vorrei ben vedere, dopo due episodi...probabilmente il secondo verrà inserito nella seconda Collection?) del gameplay del primo titolo: sebbene le movenze di Yuuko restino piuttosto lente così come il mood generale, qui il tutto risulta tutto un pelino più affinato. Ci sarebbe appunto da ridire su quel "pelino" in quanto, appunto, si sarebbe potuto fare molto di più ma cosa ci possiamo fare, la storia resta questa sia nei suoi pregi che nei suoi difetti, quindi prendere o lasciare. Questo terzo capitolo si conferma comunque un altro titolo che vale decisamente la pena provare, tutt'altro che perfetto così come un po' tutta la serie di Valis a voler essere onesti, ma che risulta forse il punto più alto della saga. Gli scontri con i boss sono leggermente meno scattosi e il level design meno cacofonico e dispersivo. Insomma, promosso senza riserve, ma non si va oltre un onesto sette su dieci. Anzi, fate pure finta che sia un sette e mezzo.

Giudizio finale su "Valis"

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Giudizio finale su "Valis III"

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- CONSIDERAZIONI FINALI -
 

 
 
Questa attesissima Collection insomma, si rivela onesta e, sebbene ci mostri un lato del caro vecchio mondo del Retrogaming sicuramente di nicchia e affascinante, è anche vero che questo, una volta venuto alla luce del sole, rivela tutte le sue pecche. Pecche invero non così grossolane ma che c'insegnano, una volta per tutte, che spesso dietro le candidature di "seconda linea" vi è spesso almeno una valida ragione, se non più. Il prezzo popolare del prodotto Blaze è un'ottima possibilità per poter venire a capo di questo dilemma, senza dover per forza rendersene conto in maniera ancora più amara, in quanto a ben più caro prezzo. E' questo ciò che questa Collection c'insegna e, proprio anche per via della sua onestà, risulta ancor più valida storicamente parlando. La Storia, quella con la S maiuscola, è fatta appunto per insegnare qualcosa alle future generazioni anche negli ambiti più "frivoli" come quello dei Videogiochi. Grazie Blaze.
 
VOTO FINALE (non è una media): 
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Saluti come sempre da Joe, l'uomo a 8-bit, sperando che tale mia analisi sia risultata gradita.

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