Da Evercade a EverK-de, da Art of Fighting ad Art of Garbage: il gaming coreano arriva su Evercade, ringraziate Piko!

Non ho nulla contro la Corea del Sud, Nazione che ha dato i natali virtuali a Kim Kaphwan a partire dal mio adorato Fatal Fury 2, al massimo avrei qualcosa da ridire sulla discutibile gestione della Corea del Nord da parte di quel rotolo di ciccia e missili, quest'ultimo purtroppo reale a non virtuale, dalle pretese vagamente autoritarie. Da ieri in poi però, forse ho seriamente qualcosa contro Piko Interactive.

 

Da Evercade a EverK-de, da Art of Fighting ad Art of Garbage:

il gaming coreano arriva su Evercade, ringraziate Piko!

 

Giusto pochi giorni fa chiacchieravo più o meno a vanvera circa la notizia più coccolosa del momento, ovvero che la Video Game History Foundation lamenta che l'87% dei vecchi videogiochi è a rischio di estinzione neanche stessimo parlando dei dinosauri.

Per i meno pazienti riassumerò quel post col suo succo del discorso ovvero che a volte, neanche a torto, forse un meteorite su certi dinosauri storpi sarebbe opportuno lasciarlo cadere: solo così facendo infatti potremo distinguere ciò che è stato buono (poco) da ciò che non lo è stato (tanto se non tantissimo).

Il gaming coreano è forse uno degli argomenti più spinosi della storia videoludica, da sempre oggetto di discussioni dove nessuno ha, finora, avuto le serie palle di parlarne come merita, forse perché a volte un sano "Fottetevi voi e questa merda" sarebbe oggettivamente troppo duro nei confronti di chi effettivamente ci ha provato e, per ovvi mezzi offerti dal suo Paese all'epoca, ha per alcuni versi fallito.

Piko però osa al punto da farsi odiare e, dopo la non esaltante terza prova offerta da Piko Collection 3 (unica collection a 3 capitoli finora sulla piattaforma firmata Blaze Entertainment), ci "delizia" con una Collection infarcita unicamente di giochi da sala coreani! Premettendo che non sono razzista, non sono sessista, non ho nulla contro contro categorie sociali tipo vegani e respiriani e che ho paure diversi amici dichiaratamente omosessuali nonostante a me piaccia la figa, comunque qualche dubbio questa cosa me l'ha lasciata sin dall'inizio.

Alla prova dei fatti, ieri e a mente fresca dall'acquisto, mi sono in parte ricreduto. Chiariamoci, ci sono ben sei giochi su nove che qui sopra sono, a conti fatti, davvero divertenti nonostante abbiano tutti un aspetto grafico abbastanza di serie B per cui, strano ma vero, ne escono promossi nonostante un certo alone di "Machecazzo" che aleggia su di essi. Fin qui, siamo sul filo dela rasodio della cultura videoludica, roba che sebbene al limite merita comunque di stare in quel famoso 87% di roba da salvare.

Bene, dopo l'ora cultura è arrivata l'ora della merda: preparate la carta igienica e spargetela sui vostri joypad Evercade, a mò di preservativo.

Il fatto che un prodotto videoludico sia di origine coreana non indica necessariamente che debba fare schifo, perché significherebbe ragionare per luoghi comuni (quindi non ragionare proprio).

Però in "Ultimate Tennis" le pretese finto-tridimensionali e pre-renderizzate (pure male, per giunta) dei titoli anni '90 Made in Korea ci portano inevitabilmente ad avere a che fare con merda ingiocabile della peggior specie, il tutto nonostante quel logo dei designer di Art & Magic nelle fasi di boot abbia lasciato in me qualche sussulto nostalgico a causa del meraviglioso "Agony" di Psygnosis su Amiga, titolo a cui sono legatissimo come poche altre cose nella mia vita (grazie cugino, per avermi permesso di scroccarti sempre quel meraviglioso Home Computer). Il peggio però è rappresentato seriamente da "Dragon Master" e soprattutto "Master's Fury", ed è qui che comincio persino a incazzarmi seriamente.

O meglio, su "Dragon Master" potrei anche sorpassare: parliamo di un clone assolutamente evitabile a metà fra Street Fighter II e Fatal Fury II, con personaggi totalmente anonimi, dai controlli improponibili (premere assieme calcio debole e medio per ottenere il calcio forte, davvero praticissimo...) e persino rotti, una pixel art dei personaggi orrenda (non male invece quella dei fondali), un'intelligenza artificiale quasi sempre in Cheat Mode oltre che un sistema di animazion...ahahahah ma che cazzo dico, le animazioni non esistono.

E' sul suo sequel che ci facciamo male, ma male davvero.

Noto come "The Master's Fighter" sulla prima PlayStation in versione unicamente giapponese e passato oggettivamente alla storia per essere il peggior picchiaduro a incontri in generale su tale console (ebbene sì, anche più di Criticom e Killing Zone), dovete sapere che tale abominio era una conversione assolutamente orribile di un gioco Arcade assolutamente orribile  ("...annamo bene" disse Sora Lella) uscito proprio in esclusiva coreana e noto come "Master's Fury", con l'unica differenza dei nomi dei personaggi totalmente alterati per qualsiasi arcana ragione. Chissà, forse gli sviluppatori giapponesi erano talmente inorriditi dal lavoro a loro commissionato dal cercare di farlo passare per un altro gioco, ma fallirono nel peggiore dei modi.

Vi lascio qualche screenshot della versione PlayStation per capire a quale gioco si ispirarono i coreani di Unico (sì, un gioco assolutamente Unico...), ma proprio ispirarono vagamente. Ho detto VAGAMENTE. Ops scusate, urlarlo è stato inevitabile.

Vi ricorda qualche gioco in particolare? O anche solo...qualcuno?

Un Geese Howard striminzito adagiato a combattere in una variante economica coreana del suo lussuoso attico vi basta? Cosa, volete di più? Passiamo alla versione Arcade, sicuramente oltre al cambio nome non ci saranno mica plagi di questo livell...ah!



...in pratica, la versione coreana di Jack Turner di Art of Fighting con la calvizie! Quindi come si chiamerebbe il nostro eroe coreano?!


Ah...Jack! Annamo sempre mejo! E vogliamo notare, oltre alla Pixel Art assolutamente atroce e agli sprite rubati (si tratta essenzialmente di sprite modificati) alla pari del set di mosse speciali (e intendo tutte), vogliamo parlare dello studio assolutamente unico delle proporzioni e del posizionamento dei vari livelli di profondità? AMMIRATE!

No credetemi, non è il Jack coreano ad esser' troppo grosso, è proprio l'auto a risultare troppo piccola e pure mal posizionata rispetto al livello degli sprite principali. In pratica lui cammina nell'auto, ma allo stesso tempo lotta contro di voi: sappiatelo. Il paesaggio invece, pare "pesantemente ispirato" da quello di Ray in Fighter's History Dynamite/Karnov's Revenge: quando copi dal più famoso gioco clone di Street Fighter, allora sì che sei davvero un caso disperato.

Ok, forse qui ho forzato troppo le mano sulle similarità, però daje che adesso mi riprendo, scommettiamo? In primis il tizio Keniota (presente solo nell'Arcade, credo) è un clone di Zazie di Karnov's Revenge con tanto di sfondo a tema africano clonato, il quale era a sua volte un clone di Dee Jay di Super Street Fighter II che al mercato del riciclo mio padre game designer poco talentuoso comprò.

Scusate il fotomontaggio al risparmio, ma col blog non ci campo. Bene, andiamo a cogliere le similarità col principe del genere, ovvero Street Fighter II senza focalizzarci sulla donna con capigliatura alla Guile!


Da notare Geese Howard, Tung Fu Rue e Franco Bash rubat..., ehm, ripresi da Fatal Fury e riproposti in versione economica Made in Korea. Notevoli anche Jubei Yagyu di Samurai Shodown e Fei Long di Super Street Fighter II nelle loro rispettive versioni al risparmio. Ok, è la versione PlayStation ma la merda puzza sempre uguale. Quindi, dicevamo...chi ha bisogno di Ryu quando hai dalla tua...Kang Pung, il quale è per giunta uno sprite ridisegnato male di
Kim Kaphwan da Fatal Fury 2?!


Ehm...ma sì, copiamo pure da Super Street Fighter II, visto che ci siamo!

Copiare per copiare, ciò che alla fine andremo a giocare è un orrendo clone zoppo di Art of Fighting 2 (già un gioco mediocre di suo rovinato da una difficoltà schifosamente indecente, ma per i tempi nel complesso come proposta rubagettoni andava pure bene), a partire dallo zoom sugli sprite però qui scattoso e poco convincente, con lo stesso sistema di mosse speciali con tanto di barre da ricaricare ma con animazioni inesistenti (frustrazione portami via, non capendo cosa cazzo succede sullo schermo), un'intelligenza artificiale rigorosamente in Cheat Mode (abuserete dei Save State nel modo più becero, ammesso che vogliate davvero infliggervi questa merda) al punto da rendere questo disastro del tutto ingiocabile, un sistema di controllo completamente rotto (si controlla tutto a malapena) con tanto di controlli reverse (un quarto di luna verso il retro anziché in avanti per l'Hadouken di turno...) alla pari dell'atroce colonna sonora (infarcita di nenie fastidiose e timbri di synth sfondatimpani) e della Pixel Art, qui brutta persino nei fondali (un netto passo indietro rispetto al primo capitolo)!

Sequel poi...sequel de che, visto che l'intero roster è del tutto rinnovato al punto da essere a conti fatti un altro gioco, che a questo giro copia per giunta spudoratamente un altro gioco ben più famoso. 

"Master's Fury" è la versione K-Pop di "Art of Fighting 2" rendendo così Evercade una EverK-de (K come "Chei-Pop" appunto) e facendo cagare esattamente quanto il K-Pop, a mio gusto una squallida imitazione in sala vagamente coreana degli stilemi musicali e di vita americani...ecco, solo che questo gioco mira al Giappone piuttosto che agli USA, però ci è arrivato solo come conversione azzoppata su PlayStation.

Ok che su Evercade abbiamo avuto anche la conversione Super Nintendo di Fighter's History, però intanto parliamo di una signora conversione di un gioco comunque valido che, andando oltre i pregiudizi storici, in versione Super Nintendo è persino più godibile della sua versione da Sala Giochi, in quanto sì decente ma rovinata da una difficoltà assolutamente esagerata. Dietro Fighter's History vi era Data East, mica una Unico, e nel sequel Karnov's Revenge fu coinvolta addirittura SNK con il suo sistema Neo Geo: infatti, parliamo di uno dei più grandi rappresentanti in assoluto dell'era dei picchiaduro bidimensionali, coloratissimo e giocabilissimo. Fighter's History inoltre aveva dalla sua caratteristiche proprio atte a differenziarlo da Street Fighter, i personaggi erano sì copie a loro modo dei personaggi Capcom però a onor' del vero non vi erano sprite vergognosamente rubati e poi mal ridisegnati come in questo caso. Quindi parlando di questi due rappresentanti dei picchiaduro a incontri coreani invece, in comparazione, non abbiamo nulla. Siamo ben sotto la mediocrità, molto male quindi.

Nel post precedente ho accennato appunto a quest'ormai famoso 78% di giochi che rischiano di fare la fine dei dinosauri e onestamente credo, per non essere troppo cattivo, che titoli di questo livello vadano ricordati e preservati unicamente nel loro Paese di origine. Le ragioni sono sì storiche, ma a conti fatti sono assolutamente poco godibili se fruite e addirittura ridicole, rischiando appunto di mettere in ridicolo la storia videoludica comunque affascinante di un Paese estero che in questo caso si chiama Corea.

Se io voglio provare questo lato esotico del peggiore gaming orientale di qualche Paese meno noto all'era d'oro di queste roba, allora credo proprio che mi basti una rom da Internet Archive e un comune emulatore Mame/FB Neo: farò una partita, unirò quattro risate a qualche nutrita serie di bestemmie e poi via, chi cazzo la gioca più certa merda?! Via dall'Hard Disk come tradizione legale impone (le rom andrebbe cancellate entro 48 ore dal disco rigido se scaricate per uso personale).

La Collection Arcade 1 di Piko Interactive è infatti totalmente rovinata dalla presenza di un flop talmente ingombrante da risultare annichilente anche per tutto il resto, come un pesante monolite che oscura con la sua ombra tutte le pietre preziose sottostanti. Bastavano 7 giochi con orrendo gioco di tennis compreso, evitando del tutto la parentesi rappresentata da questi due capitoli assolutamente atroci del gaming mondiale. 

Tu hai la licenza, è vero, ma non è detto che io debba comprare lo schifo su licenza. Noi stiamo pagando, non dimenticatevelo: poco ma pur sempre pagando, pertanto possiamo tollerare le schifezze fino ad un certo livello e, diversamente, allora devo dedurre che forse tu mi creda un coglione. La conoscenza e la curiosità lì non tengono più corda, perché la corda si spezza. E' pur vero che le origini di Piko Arcade 1 sono squisitamente culturali e nulla più quindi, se ci scappa del divertimento, è un plus a buon rendere. Ma è proprio questo il punto, perché devi guastarmi il divertimento (visto che sei giochi su nove sono davvero validi) unendo al tutto schifezze di livello così alto? Un clone con sprite rubati non credo sia roba valida da proporre verso un popolo curioso quale è quello di Evercade, un clone per giunta messo in bella mostra sulla copertina della Collection. Onestamente mi sa che qualcuno qui ci sta prendendo per il culo, che sia Piko o direttamente il team Blaze/Evercade. Piko ci ha da sempre abituato a Collection arricchite dalla presenta di stronzi sia su pixel ("Power Punch 2" - la sua storia è interessante, dateci un'occhiata - sulla Collection Piko 1, oppure "Sword of Sodan" su Piko 3, il quale ho sempre pensato si trattasse di un bruttissimo scherzo) che su poligoni (quell'orrendo gioco di calcio per PlayStation firmato Phoenix Games - in futuro parleremo anche di questi signori del trash - sulla Collection Piko 2 assieme ad altre fetecchie di genere sportivo sta lì a confermarlo), ma qui il livello è talmente imbarazzante da risultare annichilente. 

Il problema non è il gaming coreano o giargianese che sia, anzi l'argomento da come potete dedurre è interessante oltre che affascinante, bensì i giochi brutti che provengono dalla storia del Paese X o Y, talmente brutti da risultare imbarazzanti. Credo infatti che sia Piko che Blaze dovrebbero vergognarsi di avere osato proporci roba di siffatto spessore fecale: in altri casi ti saresti fatto una risata mentre qui piangi, piangi perché in primis questa merda di ampio spessore l'hai pagata. Già Evercade è soggetta a pregiudizi da parte del mondo dei digibimbi e rompicazzo in genere, quindi non mi sembrava il caso di...ehm, di "fidarsi dei consigli di Piko Interactive" fino a questo punto. 

Credo sapessero a cosa si andava incontro, il problema è che qui rischi seriamente di perdere adepti. E se avverrà, non ci saranno future Collection di Duke Nukem, "Demons of Asteborg" o "Full Void" (primo gioco singolo su cartuccia, roba davvero da boomer vecchia scuola, in arrivo su Evercade) a tenere alto tuttora l'interesse, perché ok che questa roba la si paga poco, ma questo tipo di pubblico comunque paga proprio perché spinto dal rapporto qualità/prezzo: se poi però a mancare è la qualità fino a certi livelli si mette male. Ormai per quel pubblico ormai ti sei sputtanato. Un boccone davvero arduo da digerire.


Ciao Coreani del Sud, vi voglio bene nonostante questi due orrendi cloni in formato malessere. Counque il K-Pop continuerà sempre a farmi cagare il mango, mi spiace. Son gusti.

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