L'Angolo delle Merdaviglie #10 - "Power Instinct 2" istiga al bullismo contro gli anziani, ma non fa schifo per quello!

Siamo, anzi sono, al decimo episodio de "L'Angolo delle Merdaviglie".

Un 10 è pur sempre un...dieci. Credo bisogna festeggiare in qualche modo, soprattutto quando si parla di giochi brutti, un qualcosa che adoro fare che forse sta anche a significare perché abbia una opinione così poco significativa di me stesso...voglio dire, è facile prendersela con gli stronzi: sono brutti, puzzano, otturano i cessi e sfondano i culi in una maniera sicuramente più naturale di quanto possa mai fare Rocco Siffredi con Malena.

Questo però è uno stronzo particolare, dato che puzza forte.  Sembra cioccolata per giunta ma, appena lo addenti, parte inesorabilmente il fetore della merda. Il bello è che parliamo di un gioco che è Merdaviglia solo a metà! Che casino, eh?

Ma andiamo con ordine tornando al 1994, scomodiamo font Vaporwave visto che va di moda e si parla di nostalgia anni '90: in quell'anno in cui frequentavo la sala giochi "di Filippo" (attività che aveva anche un suon nome proprio, ma nessuno in realtà se l'era mai cagata quell'insegna), e avrei continuato a farlo fino ai primi anni 2000.

Parliamo di "Power Instinct 2" di Atlus, picchiaduro a incontri classe 1994.

 

L'Angolo delle Merdaviglie #10 - "Power Instinct 2" istiga al bullismo contro gli anziani, ma non fa schifo per quello!

 

Allora, come molti, non capivo un cazzo d'inglese.

Frequentavo quel cabinato, un "Magic" generico come tanti, solo perché la fila a Street Fighter II era interminabile. Per dire, a me il classicone Capcom nemmeno piaceva, mi sembrava spompo e loffio a livello di personaggi, soprattutto se paragonato alle idee geniali di molti titoli SNK. "Power Instinct 2" eccelleva in quello: il cosiddetto Character Design, a voler essere anglofoni.

Col senno di poi, mi resterà poi impresso per "quel gioco col ninja, dove combattevi un bambino in un parco divertimenti".

Mai capito il titolo, al periodo a malapena sapevo leggere e nemmeno studiavo inglese a scuola bensì tedesco, iniziativa diversamente geniale del mio istituto scolastico elementare...

Ricordavo anche che quel gioco era difficile, terribilmente difficile. Talmente difficile che perdevi al primo incontro, spesso e volentieri. Dipende chi ti trovavi davanti e sul finale diventava impossibile. Solo un ragazzo riusciva a finirlo, il classico "eroe" della sala giochi, un certo "Nico" che ancora oggi credo avesse un QI settato tipo a un milione, dato che ti finiva in un batter d'occhio ora Street Fighter II, ora Darkstalkers (l'imponente cabinatone gigante era impressionante), ora Virtua Fighter 3 (anni dopo) con un solo gettone (tiè, beccatevi la rima).

Power Instinct 2 no, persino per lui era troppo, perché Power Instinct 2 era effettivamente impossibile.

Ricordo però che il bambino di cui sopra, una volta sconfitto, mostrava il pisellino!


All'epoca mi sembrava una cosa perfettamente normale, giuro. Voglio dire, "Nevermind" dei Nirvana era uscito solo pochi anni prima: se non era essere abituati questo... 

Son finalmente riuscito a reincontrare questo gioco identificandone il nome solo nell'estate del 2017, precisamente quando cercavo di aggiungere giochi (ehm...) al mio Super Nintendo Mini. M'imbatto in uno di quei video sui migliori giochi per genere, quindi picchiaduro, quindi Power Instinct. Lo aggiungo, ma inizialmente non avevo afferrato: lo provo e, giocandoci, noto "quel ninja"! Quel ninja aveva qualcosa che mi era famigliare, terribilmente famigliare.

Scrissi su YouTube "power instinct 2", insicuro che avesse un sequel. Scopro non solo che esisteva, ma che quel sequel era QUEL gioco che cercavo da 21 anni sino ad allora: un brivido di emozioni assurde, ero finalmente riuscito a scovare ciò che cercavo da allora...e tutto grazie alla pirateria! Sì, perché pirateria significa emozioni, bigottoni!

Cerco la rom, avvio il MAME: mi cadde una lacrima, tornai con la mente dritto a quel 1994 e dintorni! Riscopro quel gioco, quella difficoltà assurda e...quel bambino di MERDA!

Quel bambino odioso era Kintaro, votato ai posteri come uno dei peggiori personaggi mai ideati in un picchiaduro a incontri. Ma, pisellino dell'infante a parte, Power Instinct è da sempre stata una serie che eccelleva in altro, un altro che già negli anni '90 affascinava il piccolo "The 8-Bit Kid" quale ero (non a caso, allora avevo un Atari 2600 e un Game Boy a casa, il Famiclone e il Master System sarebbero arrivati dopo per un trip a 8-bit totale): livello di 'Japaness' assurdo, personaggi assurdi che rappresentavano una decisa caricatura al mondo dei picchiaduro a incontri (sia nel senso di caricature vere e proprie che personaggi effettivamente improponibili per assurdità), colonna sonora assurda.

Tutto in senso positivo, ovviamente. Soprattutto tecnicamente eravamo messi piuttosto bene con personaggi e splendidamente dettagliati, animazioni decenti, fondali stracolmi di dettagli, ma soprattutto una vera e propria colonna sonora...cantata! Ebbene sì, "Power Instinct 2" vanta il primato di esser stato il primo nel suo genere a presentare vere e proprie canzoni con tanto di parti cantate, e per di più dai generi piuttosto vari. Sommate il tutto a degli effetti sonori volutamente da Cinepanettone (trombette, miagolii, puzzette) e delle trasformazioni assolutamente grottesche (Kintaro si tramuta in un cagnolone umanoide, Clara nella succinta chiappona Superclara), e otterrete una delle più grandi occasioni sprecate della storia videoludica. Il secondo capitolo in particolare ha poi quel mix di realistico e anime nelle grafiche pre e post-incontro in grado di renderlo palesemente sinistro...cioè, guardate qua! Abbiamo picchiato un'anziana, e lo stile grafico è inquietante! Ma soprattutto, ogni personaggio viene bullizzato post-match con dei disegni giappo-scemi sul suo viso, e non risparmia nemmeno gli anziani!

POWER INSTINCT ISTIGA AL BULLISMO CONTRO LE PERSONE ANZIANE!

Che brutte persone, lì alla Atlus.

Quindi...cosa mai potrebbe andare storto?

Perché un gioco a cui sono così tanto legato sentimentalmente e nostalgicamente, al punto da voler utilizzare nuovamente un cazzo di font legato alla Vaporwave, è finito in questa rubrica di giochi merdosi?

Semplice: la sua difficoltà.

 

Power Instinct 2 è semplicemente odioso.

E' programmato male. Non vi è nostalgia che tenga con i giochi fatti male. Accettatelo. L'ho fatto anch'io, fatelo anche voi.

Ripetete a voi stessi "La nostalgia è una stronzata".

Vorresti possedere la sua scheda Jamma ma non per giocarla, bensì per sfondarla. La versione Arcade fa schifo da tal punto di vista in maniera particolare, perché esiste una versione PlayStation che è sia migliore che peggiore, ma ci arriveremo fra poco.  L'intelligenza artificiale da un certo punto in poi vi bullizza a più riprese anche settando la difficoltà del cabinato (tasto F2 di qualsiasi emulatore Arcade) a 'Very Easy'. Very Easy il cazzo!

A voler essere sinceri settare la difficoltà qualcosa al minimo la fa, ma solo per i primi 3-4 incontri, perché dopo il gioco torna ad auto-impostarsi in modalità "Sono Un Fottuto Figlio Di Puttana Quindi Ti Pesto Male!" o qualcosa del genere, dato che va un po' come gira a lui. A certi giri la CPU bara talmente tanto da abusare della tecnica dello schivamento, modificare sprite, alterare la velocità del vostro opponente e tanti altri trucchetti del cazzo. ODIOSO. TOTALMENTE SLEALE. NON DIVERTENTE. STRESSANTE. FOTTUTI FIGLI DI PUTTANA. In pratica, ogni match si tramuterà in uno scontro contro il Mago Silvan in versione trash-nipponica!

Il titolo Atlus vanta infatti uno stress meter in quale, una volta riempito prendendo sane mazzate, vi permetterà di effettuare una mossa speciale. Appena riempito, il vostro eroe verrà avvolto da una specie di fiamma energetica in stile Dragon Ball, risultando invincibile per pochi secondi ma allo stesso tempo facilmente beccabile da qualche mossa speciale a distanza ben caricata visto che, durante l'esecuzione della fiamma in oggetto, siete anche completamente immobili. La cosa a volte può tornare anche a vostro favore, ma generalmente a prenderla nel culo sarete quasi sempre voi, con le fasi finali dove i personaggi e boss affini potranno persino attraversare quella fiamma in un pellegrinare di cheat assurdo, mentre voi non potrete nemmeno sfiorarla. Bello.

Se la mossa speciale viene eseguita per terminare il vostro avversario (ammesso che non la scansi, cosa piuttosto comune data l'intelligenza artificiale in stile Wanna Marchi), verrete premiati con un bonus sul punteggio.


La questione della CPU impazzita è talmente evidente che alcuni personaggi sono, a qualsiasi livello di difficoltà, totalmente ingestibili rispetto ad altri che effettivamente al confronto sono dei fessi (Angela Belti e White Buffalo su tutti): uno su tutti è Saizo, unico personaggio effettivamente utile del roster (che per il resto è appunto particolarmente scadente) che, se affrontato quando controllato dalla CPU corre da una parte all'altra, emette suoni in falsetto con la frequenza di una mitraglietta capaci di stordirvi l'udito, salta, risalta, combeggia, sfancula, umilia.

FANCULO, DICO IO. E non basta nemmeno la bellissima colonna sonora del suo stage a farci passare la bollura di rabbia, estrema.

Non vi è nulla di più deprimente che un gioco dove, per vincere, bisogna scovare il modo per barare, ripetendo a ripetizione la medesima mossa o azione perché solo così facendo colpirai il nemico (cosa valida anche per i personaggi tipicamente più facili): ecco quindi che salteremo restando al centro quando affronteremo Keith Wayne, che effettueremo doppi salti con calcio forte contro Saizo o singoli sempre con calcio forte con Annie, che prenderemo la rincorsa quando possibile contro la truffaldina Osima Goketsuji.

Funzionano solo quelle mosse. SO-LO QUE-LE- Poche eccezioni. 

E siamo al livello Very Easy.

Very Easy e Very Hard non fa una reale differenza, oltre un certo stage tutto diventa 'cheap' e impossibile. Sconfiggere il sub-boss Osima Goketsuji è una questione di puro culo e qualsiasi abilità viene esclusa, a qualsiasi livello di difficoltà. Ma è con 'la' boss segreta Otane Goketsuji che tutto diviene oggettivamente impossibile...roba da far impallidire qualsiasi 'Boss Syndrome' di SNK.

Il boss segreto è, infatti, forse il più difficile fra tutti i boss finali dei picchiaduro di primi anni '90. Potrete sconfiggere questa vecchia stronzona unicamente chiudendola nell'angolo dello schermo, attuando il calcio debole ogni volta che si avvicina. Ovviamente, qualsiasi tecnica da me descritta vale con Saizo Hattori, perché ogni altro personaggio fa schifo al cazzo a livello tecnico, sebbene la CPU faccia apparire ognuno di questi straordinariamente efficace.

In versione Arcade, il titolo è realmente godibile solo se giocato in due, mentre risulta effettivamente NON UNA MERDAVIGLIA (AT-TEN-ZIO-NE) se giocato nella sua versione PlayStation nipponica, intitolata "Gouketsuji Ichizoku 2: Chotto Dake Saikyou Densetsu".

Perplessità a non finire in questa versione, dove la difficoltà è stata talmente abbassata da risultare sin troppo facile persino al livello massimo ma hanno migliorato la colonna sonora, con brani riarrangiati su qualità CD piuttosto che le gracchianti (però affascinanti proprio per questo) nenie della versione da sala basate su campioni MIDI e sample a livello del Mega Drive. Gli sfondi hanno subito tagli di sprite apocalittici, come ad esempio nel bellissimo stage di Saizo, dove è sparito praticamente quasi tutto. Ma sono i caricamenti durante le trasformazioni dei personaggi, un difetto in grado di spezzare completamente l'azione, a risultare il peggiore difetto del lotto. Diciamo che non si tratta di una conversione troppo curata nei dettagli, soprattuto pensando che PlayStation già nelle sue prime fasi avrebbe potuto gestire tranquillamente ogni dettaglio della versione Arcade, segno di un team Atlus col freno a mano eccessivamente tirato e anche di una certa fretta nella conversione stessa, tagliando qua e di là nella speranza di andare sul sicuro a livello di performance su macchina.

La difficoltà praticamente inesistente resta purtroppo segno di una totale incapacità da parte di Atlus di progettare una qualsiasi IA decente e stimolante. Accettiamo l'amara verità...

Ciò nonostante la conversione su hardware Sony risulta molto più godibile della versione da sala, anche in virtù della ottima colonna sonora qui riarrangiata completamente, soprattutto con suoni finalmente all'altezza delle eccellenti composizioni. 

E' arduo definire "Power Instinct 2" una vera e propria Merdaviglia (la versione da sala del primo episodio della serie però, è effettivamente tale), ma la sua estrema facilità ad estenuare il giocatore costringendolo a inserire nuovamente il gettone ha ben poco senso nell'era degli emulatori e dei cabinati in casa. Il livello di stress offerto è seriamente dannoso per il giocatore e con queste cose non si scherza. Puoi scamparla in sala giochi dati i gettoni non infiniti, ma non in casa se rigiocato sul MAME o Final Burn. Tutta la serie di Power Instinct ha sempre sofferto di una bellissima caratterizzazione audiovisiva, ma scarsa giocabilità (molti personaggi appaiono interessanti a livello visivo ma poco funzionali nel gameplay, mentre altri più funzionali risultano effettivamente stereotipati, senza dimenticare l'evidente sbilanciamento di performance fra il roster stesso in ogni capitolo). Non è un caso se questa serie sia appunto rimasta nel dimenticatoio, riproposta poi dal team Noise Factory come Matrimelee prima su Neo Geo (e il suo reboot su PlayStation 2 del 2006, uno dei giochi più cari in assoluto oggigiorno) nel 2003 e come Power Instinct 5 come esclusiva (del morente mercato) Arcade nel 2009, ma sempre con scarso sucesso commerciale. In Giappone rappresenta un vero e proprio cult following che ha persino generato dei manga, qui da noi solo un pessimo esponente con tante ottime idee bruciate.

Se proprio volete avvicinarvi a questo secondo capitolo, optate obbligatoriamente per la versione PlayStation, ed evitate qualsiasi versione da sala o esclusiva Arcade di quasi tutta l'intera serie, quinto episodio a parte che è effettivamente più godibile fatta eccezione per il canonicamente stronzo boss finale...

La vostra psiche mi ringrazierà.

Ricordate...

LA NOSTALGIA SPESSO E' UNA FOTTUTA STRONZATA!

Alla prossima.


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