Retroview #8 - "Journey To Silius": il picco agrodolce di Sunsoft (che fa ancora male)...

Bentornati, adorabile 'lettorame' che si nutre di retronostalgie rivissute tramite l'occhio dell'uomo il quale un tempo fu bambino, ma su cui il tempo ha imposto le sue sadiche leggi e la crescita a sua volta ha imposto una visione diversa, frutto del tempo stesso.

 

Retroview #8 - "Journey To Silius": il picco agrodolce di Sunsoft (che fa ancora male)...

 

Il protagonista di oggi è un gioco che avrebbe dovuto essere altro sia prima della sua effettiva venuta al mondo, che dopo la venuta stessa: credo che i più navigati siano effettivamente a conoscenza della storia di "Journey to Silius", action game della grandiosa (sì, sono di parte e lo ammetto) Sunsoft che prima di esser' tale avrebbe dovuto essere il videogioco ufficiale per NES  di The Terminator, solo che mamma Sunsoft perse non si sa come la licenza (la quale finì nelle mani di altra gente che po a conti fatti creò un vero e proprio abominio videoludico) e quindi...ecco, vene riarrangiato un pelo così, un pelo colì e quindi...e quindi cosa?

Già intravedo gli sguardi inquisitori di chi potrebbe supporre che il sottoscritto voglia puntare ora il dito persino contro il povero titolo Sunsoft, sfortunato tanto nel concepimento quanto sia nell'esecuzione che nel successo sul mercato, ma in realtà non è così per cui, cari miei, abbassate quelle NES Zapper puntate contro di me, grazie.

Parlare di Sunsoft mi mette addosso gli occhi a cuoricino, lo ammetto. 

Peccato che, quando si parla del povero "Journey to Silius", questa mia tipica reazione porti di conseguenza ad un forte senso di agrodolce mentale che avvolgerà ogni mia parola che scriverò da ora in poi.

Sì, perché "Journey to Silius" sarà anche bello però non prendiamoci in giro dato che ora siamo tutti adulti e meno sognatori, visto che sembra a conti fatti un qualcosa di raffazzonato e per certi versi "incompleto", passatemi il termine.

Un titolo sì bello, e parecchio anche. Ma ha anche dei difetti (non nel senso del famoso detto di internet, ovviamente), e non sono nemmeno pochi: spiace dirlo in primis a me, che ne sono praticamente un cultore. Il povero protagonista si ritrova col babbo accoppato da dei terroristi cattivi (la mia non è insensibilità, ma sdrammatizzare quando possibile, dato che si parla di una storia inventata in un videogioco), trova un floppy disk (il "Retrofuturo" infarcito di CRT, Floppy Disk e auto volanti a benzina immaginato negli anni '80 e '90 era fantasticamente trash) contenente avvertimenti del babbo stesso, quindi lui s'incacchia brutto e si traveste da Power Ranger prima dei Power Rangers stessi (almeno nelle versioni europee e giapponesi, da dove abbia tirto fuori quella tuta poi resta un mistero) avvinghiato di tutto punto della peggiore armeria futuristica...e BUM, tutti i cattivi sono fatti fuori! Pre-Power Ranger Senior, il suo babbo, ha avuto finalmente la sua vendetta!


Peccato che negli Stati Uniti probabilmente il vestito da Power Ranger non sarà passato alla dogana, dato che il buon Jay, questo il nome del protagonista, nella versione a stelle & strisce compare senza casco e avvinghiato in maniera molto più...diciamo "casereccia". Aaaah questi americani, sempre problemi! La cosa è decisamente messa in evidenza direttamnete in copertina, la quale riporta uno screenshot del gioco stesso alla stregua di una versione passata al fotoritocco dei titoli Black Box per NES! Non è brutta, semmai possiam dire singolare. Sicuramente, uno stile unico. Forse le ragioni della stessa sono derivate dallo scazzo percepibile contenuto nel software stesso? Ok, andiamo con ordine, parlavamo della copertina!

La figherrima copertina giapponese (come da tradizione) invece, col gioco bizzarramente rinominato "Raf World", acronimo nipponico che sta per "Rough World" (posso dire, dopo oltre 30 anni, che è stata un'idea di merda?), enfatizza quanto il caro Jay fosse alla fine un simpatico guerriero Super Sentai in miniatura sulla falsariga dei vari Tokusatsu nipponici.

E difatti, anche da noi in Europa il giovane vendicatore appare così.


Personalmente ho la mia modesta opinione in merito alla questione. Considerando che siamo agli inizi degli anni '90 e che tuttora negli States vigeva la "ban culture" dell'arte animata nipponica, com'era possibile ad esempio notare nei primi titoli Famicom tratti rispettivamente da Dragon Ball (Dragon Power), GeGeGe no Kitarō (Ninja Kid) e Obake no Q Tarō (Chubby Cherub), i quali furono del tutto e malamente riadattati al mercato nordamericano, ma non solo quelli), il caro Jay era effettivamente troppo simile alle produzioni Super Sentai giapponesi, quindi nel riadattarlo probabilmente decisero di donargli una nuova tuta priva di casco. Beh, se non altro meglio così che l'averlo tramutato in un colosso muscoloso ingozzatore di hamburger oppure qualche ninja americanizzato al sapore di patatine fritte (chiedo scusa, ma gli U.S.A. non sono esattamente un esempo candido di buona cucina...), non trovate anche voi?!

E non citatemi i Power Rangers, che il primo tentativo di americanizzarli da parte di Saban Entertainment negli anni '80 era già andato in malora e i Power Rangers sarebbe arrivati pochi anni dopo, e contate pure che questi ultimi altro non furono che un bizzarro esperimento.  Sì, di successo e pure grosso, ma sempre esperimento furono. E se rivisti oggi, si nota. Così come si notano tutti i grossolani difetti che purtroppo affliggono "Journey to Silius".

Chiariamoci, "Journey To Silius" è a conti fatti una hidden gem a senso unico, nel senso che non è quel genere di roba che, vedendola da un altro punto di vista, usando sempre inglesismi la si potrebbe anche definire 'hidden crap' (o meglio ancora 'well dressed crap'), ma è unicamente un titolo meritevole nonostante la genuina rabbia che causa a distanza di decadi dalla sua uscita. Non si parla ovviamente della rabbia causata dalla sua difficoltà, sicuramente molto elevata ma la quale può essere in parte arginata memorizzando perfettamente la posizione di tutti i nemici per livello, pattern di sparo e movimento inclusi. Non siamo di certo al cospetto di un Ghosts 'n Goblins, ma nemmeno di fronte ad un bocconcino facile da digerire, dove però il nostro esaminato del giorno rimane complessivamente godibile e coinvolgente nonostante tutto. Il problema è che oltre tre quarti della sua difficoltà derivano, appunto, dai suoi problemi di game design e credetemi, "Journey to Silius" soffre di tutti i possibili difetti di game design immaginabili: dal level design sregolato, passando dall'intelligenza artificiale altalenante fino ai controlli bizzarri e mal rifiniti che vanno a seconda del momento (un po' come se il gioco avesse degli sbalzi d'umore), con queste tre sole citazioni si è praticamente rovinato del tutto quello che avrebbe potuto essere come un capolavoro assoluto dell'era a 8-bit di Nintendo! Se a ciò aggiungiamo che in molte sezioni appare evidente il come tale gioco fosse effettivamente tratto dal Tie-In d'azione Sci-Fi più famoso di sempre alias The Terminator, ne usciamo fuori con un quadro effettivamente non molto confortante.

Il boss finale, oltretutto deludente in quanto decisamente facile, è a conti fatti un vero e proprio cyborg Terminator, quindi lo sprite non fu nemmeno modificato. La stessa poca difficoltà del suddetto dimostra quanto poco gli sviluppatori ci tenessero a rifinire gli aspetti finali del titolo. Il terzo stage poi, è la summa di tutti i problemi del titolo Sunsoft, problemi che s'intravedono già nel secondo livello ma che qui esplodono definitivamente.

Nel terzo stage infatti (foto tratta direttamente dalla mia TV), il mix di bizzarre meccaniche di salto, nemici artificiosamente inseriti di colpo per aumentare la difficoltà in modo infausto, poca cura dei dettagli generale (nel riquadro sopra stante, parliamo dell'unico 'laser verticale' in cui non è possibile camminare attraverso una volta spento, ma va saltato...mah), sezioni dalla difficoltà meccanicamente esagerata (parliamo di un titolo dal gameplay decisamente meccanico) alternate ad altre decisamente sciatte e progettate da uno studente svogliato, controlli dal feeling che va a momenti, pattern di nemici e boss ora a tratti davvero sleali e ora sin troppo permissivi, giunge al suo apice.

Insomma, giocandolo oggi appare chiaro come nel complesso il gioco di suo fosse stato rifinito al minimo, giusto per metterlo comunque sul mercato nonostante la scottatura derivata dalla perdita della licenza...eppure "Journey to Silius" sa regalare emozioni grazie ad una buona intro, ma soprattutto grazie ad un comparto grafico e sonoro di livello sublime, che spreme davvero il 'caciottone' a 8-bit di Nintendo sia in sala occidentale che nipponica. Bello lo stile grafico di alcuni dei boss e dei nemici, a metà fra H.R. Giger (Alien soprattutto) e il mondo di Mega Man. Gli sprite sono animati divinamente nonostante il tutto appaia estremamente dettagliato stando alle potenzialità della macchina, cosa che rarissimamente porta a qualche sporadico rallentamento, ma nulla di così eclatante. La colonna sonora è...che ve lo dico a fare, sublime. Sublime al punto da aver generato un vero culto, con musicisti che ne tributano le gesta (come costoro, oppure Vomitron) da anni, e che oggi ha finalmente una sua colonna sonora ufficiale, in pre-order al seguente link.

...perché, non sapevate che il team Sunsoft è ufficialmente tornato in pista?!


Tornando a noi, il titolo non è certo quel capolavoro da 9 o addirittura 10 su 10 dipinto da molti personaggi della rete, ma nemmeno una di quelle tante ciofeche per l'appunto innalzate al ruolo di 'hiddem gems': "Journey to Silius" sarebbe potuto essere un gioco perfetto ma fu, per via della sua genesi travagliata, lasciato a metà nei suoi aspetti che avrebbero meritato una cura degna di questo nome. Oggettivamente è un titolo  da sette e mezzo, ma la sua superba colonna sonora (con il caratteristico basso campionato di Sunsoft) ne innalza inevitabilmente il voto a 8 su 10. 

Giocarlo oggi frustra più che a livello di gameplay, i cui difetti nel controllo dei salti soprattutto portano inevitabilmente a pensare cosa sarebbe potuto essere quel titolo se solo oggi avessimo potuto fare a meno di sezioni fra livelli e boss in cui è inevitabile essere colpiti, altre sezioni eccessivamente meccaniche il cui superarle senza danni è puramente questione di fetido culo, di livelli dal design ricolmo di pochi alti e spesso molti bassi, di nemici dall'IA programmata in maniera decisamente troppo 'facilona' (dall'inglese 'cheap', credo significhi quello in essenza), di controlli ora sensibili come dovuto e ora tosti come il legno senza ragione alcuna. Fa tristezza pensare anche che nel caso tale titolo fosse venuto fuori come effettivo videogioco legato al franchise The Terminator, sarebbe sicuramente stato riconosciuto sia allora che a venire come uno dei miglori giochi basati su licenza cinematografica di tutti i tempi (in tempi in cui tal genere di prodotti era per di più sterco netto)! Non esagero affatto.

Messo com'è, sebbene non sia un titolo aperto a tutti (chi odia la frustrazione ne stia alla larga e al massimo ne goda della colonna sonora su YouTube) ne esce fuori un prodotto comunque molto pregevole che merita una decisa, ulteriore riscoperta nonostante l'amaro in bocca rimanga, soprattutto per chiunque sia davvero in grado di 'capire' le reali potenzialità (in questo caso sprecate) di ciò che ha davanti, joypad alla mano. Visto che Sunsoft è tornata, magari una bella versione 'Remastered' male non farebbe, in modo tale da ottenere così il "Journey to Silius" che avremmo davvero potuto avere, e non quello che ancora stiamo a sognare.

Sunsoft, ti vogliamo bene...ma ascolta le parole dei tuoi fan più veri!

Alla prossima, Retropeople!

(ammazza come son solare stasera...quasi me ne vergogno)

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