Il caso Star Luster VS Star Raiders: quella volta in cui l'allievo Namco copiò il maestro Atari superandolo!

 

Forse non molti ancora lo sanno, ma Namcot ("Namcotò" in giapponese), allora suddivisione per console casalinghe di Namco poi disciolta nei primi anni '90, nel 1985 realizzò una vera e propria copia di "Star Raiders" di Atari.

Il VCS di Atari, noto poi come 2600, arrivò in Giappone proprio mentre, negli Stati Uniti, avveniva il famigerato crash del mercato statunitense delle console casalinghe (suvvia, chiamiamo le cose con le giuste proporzioni...): era infatti il 1983 e giunse tra quelle esotiche lande come Atari 2800 ma, nonostante tutto, "Star Raiders" non fece in tempo a ottenere una conversione nel Sol Levante (non si sa se a causa del crash o di una voluta mancanza di diffusione in quei territori).
La cosa doveva aver lasciato l'amaro in bocca ai programmatori Namco a quanto pare, dato che nel 1985 appunto "Star Luster" giunse su Nintendo Family Computer (e, in parallelo, sull'home computer nipponico Sharp X68000): il fattore a dir poco singolare per un gioco "clone" era il potersi vantare di un primato quale quello di esser stato, in quel preciso momento, il primo vero e proprio titolo originale (ehm...), appositamente sviluppato per console e non frutto di conversioni di classici Arcade, come ad esempio era già avvenuto per Xevious, Galaxian, Galaga, Dig Dug o molti altri.
La cosa che molti meno sanno, probabilmente, è che "Star Luster" ebbe pure un seguito, precisamente nel 1999 su Sony PlayStation e sotto il nome di "Star Ixiom".
Questa volta, ad esser per così dire copiato, fu il filone di giochi sul modello dei vari Colony Wars e Blast Radius, vale a dire lo sparatutto tridimensionale in terza persona, genere popolarissimo nell'era della prima console di casa Sony.
A rendere davvero molto "Namcheggiante" questo sconosciuto sequel fu la presenza, nel parco delle astronavi selezionabili, delle storiche navicelle di Galaxian e Galaga, scelta che rese il titolo Namco un pelino più personale rispetto alla massa dei titoli che imperversano al periodo.
 

Resta un gioco a malapena buono, ma che per via del suo legame storico, è stato reso negli anni a venire un qualcosa di paragonabile ad un vero e proprio culto.
Soprattutto dopo che "Star Luster" fu reso noto in Occidente solo pochi anni prima, grazie all'importazione dal Giappone di alcune compilation di classici Namco sempre per PlayStation, una delle quali vedeva presente proprio "Star Luster", questa volta però vagamente aggiornato secondo gli standard PlayStation, in grado di modernizzarlo appena.
Tutto il resto, analizzato con occhio attuale, è storia, al punto che l'originale "Star Luster" è presente sulla "Namco Museum Collection 1" realizzata per Evercade, console portatile realizzata recentemente da Blaze Entertainment e che in questa veste rappresenta, ufficialmente, il primo "porting" ufficiale di questo classico del gaming nipponico in territori occidentali.
 

Quindi, in conclusione, da noi "Star Luster" è poi giunto mentre "Star Luster", in Giappone, ufficialmente non è mai arrivato...ma alla fine poco conta, dato che il remake dei programmatori Namco (anzi, Namcot) risulta in tutto e per tutto superiore al classico Atari.
Insomma, il titolo lì in alto non è affatto casuale: saluti come sempre dall'uomo a 8-bit!


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