Viaggio Nel Tempo #8 - Cosa ci ha davvero insegnato la difficoltà dei vecchi Videogiochi?

Primo post del 2023!


Perché così tardi? Beh, diciamo che mentre voialtri festeggiavate la venuta del nuovo anno, io accusavo i sintomi del Covid a 8-bit! Ebbene sì, quel fottuto stronzo alla fine ha beccato come me, unico caso umano sia ad utilizzare tuttora mascherine e gel antibatterico (quest'ultimo l'ho comunque sempre usato, da prim'ancora che divenisse diciamo "di moda"), sia ad esserlo beccato in maniera così forte da finire due volte di fila in ospedale...insomma, il nuovo anno è iniziato malissimo, fra me che sto tuttora curando gli strascichi della malattia e i lavori di ristrutturazione che navigano sempre più in alto mare, lasciando così che la muffa possa lietamente addentrarsi fra le pareti della mia abitazione (#@"£*°!) ...pensiamo ad altro, và!

Vero è che avevo pensato, come annunciato in uno degli ultimi post, che il suddetto blog avesse potuto cambiare nome ed effettivamente ci sto ancora pensando. La probabilità maggiore sarà quella di un progetto parallelo, dove scriverò unicamente in lingua inglese al resto del pianeta, mentre The 8-Bit Mna resterà ancorato unicamente alla lingua nostrana. La realtà però, spesso ci costringe a dei compromessi e in questo caso posso affermare che a causa della situazione merdosa della mia vita allo stato attuale ancora non ho il tempo necessario per poter gestire a dovere grafiche, dominio e così via, quindi nel mentre resterò ancora unicamente una banale creatura a 8-bit...e onestamente, nemmeno mi dispiace! Peccato solo che questo dominio resterà per sempre oscurato dal ben più famoso "8-Bit Guy", che qualche anno ed esperienza più di me alle spalle la ha di sicuro ma chissene, dato che il suddetto "uomo" a 8-bit è la versione italiana del "tizio" a 8-bit americano, mettiamola così! E poi alcune categorie di post descritte nell'ormai lontano post d'introduzione non le ho ancora potute testare, per cui...resterò a 8-bit finché ne avrò voglia.

E ora, tolta questa noiosa introduzione, passiamo al tema della serata! 

 

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Cosa ci ha davvero insegnato la difficoltà dei vecchi Videogiochi?

 

Ma la vera domanda è: ci ha davvero insegnato qualcosa?

Anzi, prendiamo il tutto ancor' più alla lontana: possono i videogiochi averci insegnato qualcosa che non sia unicamente l'aver rappresentato l'unica alternativa non violenta al voler smembrare il vicino rompicoglioni tramite strumenti in carne ed ossa?! 

 

Spesso, girovagando nella rete mi sono imbattuto in discorsi parecchio da boomer (termine da me odiatissimo in quanto ormai talmente abusato da essere utilizzato spesso fuori contesto) circa il fatto che quelli che oggi noi definiamo "Retrogames" secondo alcuni ci abbiano plasmato nella vita, e il tutto grazie alle loro spesso esagerate dosi di difficoltà offerte a noi allora nient'altro che miseri pischelli, ancora ignari delle vere difficoltà gentilmente offerte dal più difficile "gioco" di tutti i tempi ovvero la vita, dove di "vite" ne hai una sola così come la barra energetica, la quale necessità di più cure che in qualsiasi RPG di qualsivoglia fattura, e che spesso una volta commessa un'azione irreversibile non si torna davvero più indietro, non hai salvataggi oppure chissà cos'altro, è un treno a senso unico comandato unicamente dal tempo e dallo spazio...because life is the hardest game ever made, people!

 

Visto che inglese? Si vede che sono pronto alla mia avventura blogghettara anglofona, non è vero? No, in realtà scherzo: qui scrivo sempre di getto e la frase mi è venuta fuori così, in inglese. Però, tornando a noi, pensate a tutte quelle volte in cui  un videogioco ci ha seriamente messo alle strette da piccoli: secondo voi, quel circostante senso di impotenza al cospetto di siffatte dosi di sadismo programmatorio e difetti di realizzazione spesso disastranti se non addirittura fatali, poteva rappresentare in qualche modo un precoce assaggio di ciò che poi avrebbe preso piede come una delle tante difficoltà della vita? 

No. O meglio nì, perché forse alla base-base la cosa c'insegna a perseverare, a non mollare al primo tentativo, e fin qui è tutto giusto: è l'esagerazione del concetto di "insegnamento" ad essere sbagliata, perché se si considera la tortura psicologica elargita da un Ghosts 'n Goblins nei confronti della nostra povera pische oggi come allora, forse dovremmo tutti fare un cospicuo passo indietro. Anzi, forse sarebbe proprio il caso di lasciare direttamente l'auto alla stazione di servizio poco precedente per poi ripartire con la marcia giusta verso la destinazione, giusto per centrare il punto della situazione.

Con tutto l'amore e la passione verso i nostri adorati ammennicoli sprecatempo e il lavoro riversato dietro di essi assieme a ciò che hanno rappresentato e tuttora continuano a rappresentare, non credo che Ghosts 'n Goblins possa averci fatto da seconda padre, e tantomeno da zio, Zio Pixel per la precisione. Il massimo del concetto di parentela a costui attribuibile sarebbe al massimo quella del classico parente stronzo, senza girarci troppo attorno...tipo quello che bara costantemente ad ogni partita di scopa o tombola in famiglia, avete presente? Uno zio del genere non potrebbe aver insegnato voi altro che barare, a usare un Game Genie al massimo, e oggi i "Game Genie" vengono utilizzati da tutti coloro che prima o poi finiscono in galera per qualche forma di truffa allo Stato, pensiamoci bene.

 


 

 

La difficoltà dei vecchi videogiochi era, inutile dirlo, unicamente un escamotage dei tempi che furono, un qualcosa di oggi superato ma allora necessario sia ad allungare la minestra (nel caso dei giochi casalinghi) che a far allungare la mano verso il portafogli (nel caso dei titoli da sala giochi). Non vi era alcun buon insegnamento dietro queste pratiche masochistiche sia in ambito Arcade che casalingo, perché a conti fatti se va pur riconosciuto che in ambito dei giochi da casa era ammirabile un certo livello (un certo livello però, non a caso) di impegno nel far sì che la minestra potesse restare calda per un periodo di tempo indefinito a causa della nostra povertà economica proveniente dal nostro stato sociale di miserabili quanto spensierati (se non altro mentre siamo stati davanti allo schermo spensierati lo siam stati tutti a prescindere dalle situazioni personali) pargoli, in ambito Sala Giochi la cosa era dannosa sia psicologicamente che finanziariamente. Io lo capì, infatti risparmiai per accaparrarmi un Famiclone da 50.000 lire fumanti, stufo com'ero di uccidermi le finanze a suon di gettoni per poi ottenere un cazzo in cambio se non un mix di frustrazione e impotenza...anzi, avevo persino capito che ormai mi godevo di più le Goleador che usavo accaparrarmi al posto del resto più che le partite ai giochi di per loro, quindi dovevo trovare una soluzione: peccato che incappai nei giochi del NES (..have you ever heard about "Nintendo Hard" games?), ma soprattutto incappai nel noleggiare proprio Ghosts 'n Goblins, e lì capì a soli 10 anni che riversare tutta quella difficoltà su cartuccia casalinga era un qualcosa che senso non ne aveva. La sfida va bene, se resta tale. Titoli come Truxton in versione Arcade, Ghosts 'n Goblins, Art of Fighting 2 (altissimo pilastro del massimo rompimento di coglioni), una qualsiasi cazzo di versione di Rugal in uno dei vari King of Fighters, (la vecchina finale di) Power Instinct 2 (soprattutto, perché la sconfiggevi solo barando se ti andava bene), Ninja Gaiden, Holy Diver (quest'ultimo un titolo talmente stupidamente difficile da risultare ridicolo senza nemmeno riuscire a farti imprecare, e che compri solo perché sei un fottutissimo metallaro) e compagnia da Sagra dell'Imprecazione ci hanno solo insegnare che nella vita si può essere inculati pesantemente, e lì non si tratta più di perseverare bensì di tentare la fottuta fortuna come se fossimo al cospetto di un cazzo di Gratta & Vinci! Già, proprio un bell'insegnamento del cazzo, siamo davvero cresciuti meglio...eh sì, come no! Possiamo proprio vantarcene! Anzi che dico, dare vere e proprie lezioni di morale, giusto?! Alla fine, parlando puramente di nostalgia, i giochi che tipicamente ricordiamo con maggiore affetto e soprattutto che rigiocamo con piacere sono quelli equilibrati e tutto sommato gestibili, non certo quella roba ingestibile in grado di causare un attracco di diarrea rabbiosa mista ad epilessia fulminante!

 

 

E non dimentichiamo che in inglese la parola "Cheap" quando ci si riferisce alla difficoltà ha un significato tutt'altro che positivo...oggi possiamo deviare dalla difficoltà originaria, effettiva o derivante da errori di programmazione che sia, grazie agli stati di salvataggio (cosa ormai disponibile non solo sugli emulatori ma anche sulle Everdrive più raffinate e prezzolate, il tutto direttamente sulla console originale), ma effettivamente non vi sovviene il dubbio che ogni qualvolta sia necessario ricorrere eccessivamente al benedetto sistema degli stati di salvataggio, forse qualche errore alla base c'è e molto probabilmente quell'errore non siamo noi? Nel senso che non è che siamo schiappe, semmai è che furono i programmatori ad esser troppo stronzi o distratti al loro tempo! Pensateci, e poi ripensate a quale cazzo di insegnamento di vita se ne potrebbe trarre mai da suddette esperienze...oggi tale difficoltà è anacronistica, persino e soprattutto nei giochi di moderna realizzazione. Non cascate nel tranello, sfanculate queste puttanate da nostalgici col prosciutto sugli occhi e in pennarello di Homer Simpson nel cervello. Cosa potreste dire mai a vostro figlio o nipote...? "Guarda Pippo, qui papà/zio bestemmiava di brutto!" 

Solo a me sembra una scena degna di un Cinepanettone...?!

 

Ghosts 'n Goblins sarà anche più facile della vita stessa, ma alla fine forse dopo un po' ti viene la voglia di prendere davvero in mano la tua di vita, e magari andare in giro a scolarti una pinta oppure scopare con tua moglie!

HI! WAKE UP! Stop being some fuckin' boomers, people! 

That's it, folks! See you later...

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